Ora che so tutto su come si sono estinti i dinosauri posso sapere anche come è morto mio nonno?
Ho sorriso quando ho letto questa domanda fatta da una bambina di 7 anni. Semplice e diretta, in fin dei conti chiede solo verità.
La stessa semplicità che ho trovato in mia figlia Celeste, 2 anni e 3 mesi.
“Dov’è nonna Ida?” .
Chiedeva sempre così qualche mese fa quando aveva voglia di andare a trovare la bis nonna.
” Nonna Ida è volata in cielo sopra una nuvoletta” le spiegò mio marito.
Un giorno, meravigliandosi della nebbia le spiegai che le nuvole stanche ogni tanto scendono dal cielo per riposarsi e… PUFF! tutto diventa bianco e noi ci ritroviamo in mezzo.
Mi guardò negli occhi e disse “anche la nonna Ida viene giù?”.
” No amore, la nonna Ida non può venire giù. E’ volata in cielo perché la sua vita è finita, ha fatto tutto quello che doveva fare quando è stata quaggiù e adesso la sua vita è finita“.
Non so se ho usato le parole giuste, ho semplicemente detto la verità. Ho letto nei suoi occhi il bisogno di una risposta che fosse vera e sincera.
Da quel giorno Celeste, 2 anni e 3 mesi, non chiede più dov’è nonna Ida ma di tanto in tanto quando passa accanto alla sua foto, la prende tra le manine, la guarda e le da un bacio.
Penso che i bambini hanno semplicemente bisogno di verità. Comprendono il senso della vita più di quanto pensiamo possa fare un adulto. Hanno il senso del tutto e siamo noi adulti, non loro ad aver paura di trattare il tema della sofferenza e della morte.
Siamo noi a non essere preparati e non loro.
Scrive uno storico, Philippe Ariès:
Nel nostro tempo si è proibito il tema della morte come nel secolo scorso quello del sesso.
La contingenza, la finitezza, la fragilità, la sofferenza e la morte – come la sconfitta, come ogni tipo di perdita – non fanno parte del quadro mentale dell’ uomo occidentale.
Sono avvenimenti secondari, estranei. Sono diventati temi proibiti, difficili.
Tratto spesso di questi temi
http://www.studioteseopsicoterapia.it/morte-ed-elaborazione-del-lutto/
E’ la ricerca di un senso. A volte è semplicemente la strada per esorcizzare ciò che più fa paura.
E’ necessario poter trattare il dolore con i miei pazienti o nei gruppi di sostegno dove mogli, mariti e figli si preparano a lasciar andare… semplicemente lasciar andare.
E come mamma… come ogni mamma, vorrei che mia figlia potesse non conoscere il dolore ma so che così facendo la renderei fragile e debole a causa del mio stesso amore.
Sento il dovere di starle accanto mentre assapora tutti i gusti della vita. Ho il dovere di insegnarle a stare anche nel dolore, di affrontare le sfide per mostrarle che la vita equipaggia anche per navigare in mezzo alla tempesta.
Credo e sento che i bambini hanno bisogno e diritto alla verità.
Sempre.